martedì 3 febbraio 2015

IV GIORNATA DI ANDATA U17 GIRONE SILVER 6 MILANO

U.S. Acli Trecella – Malaspina   72 - 39  (14-9; 21-11; 20-9; 17-10)


U.S. Acli Trecella: Carotenuto 16, Perrieri 11, Colombo 6, Kone Adam, Bettoni 3, Novellino 8, Braimllari 3, Montinaro 5, Caterina, Friggi 7, Tintori 6, Invernizzi 7.  All. Garda/Omodei


Malaspina: Porro 3, Benciolini 2, Cirino, Castigliano 6, Graziadei 4, Crespi 9, Abiuso, Marcon 7, Schiavone 4, Serra 1, Russo, Babayanitz 3.  All. Pirri/Primo
Arbitro: Giordano


Prossimo appuntamento sabato 7 febbraio in casa alle 17 contro Forti e Liberi Monza



Resilienza. Per gli ingegneri è la capacità di un materiale di assorbire gli urti. Per gli psicologi la capacità di reagire di fronte alle avversità; si spingono oltre, dicendo che sia proprio l’esposizione alle avversità che rafforza le persone resilienti. Piero Trabucchi, psicologo che si occupa di prestazioni sportive, la definisce come la capacità di persistere nel perseguire gli obiettivi, facendo fronte alle difficoltà e agli ostacoli che si incontrano sul cammino. I nostri ragazzi, di resilienza, dovrebbero davvero apprenderla. Farla propria e allenarla, sotto qualunque forma fosse disponibile. Giganteschi hamburger di resilienza. Gigabyte di resilienza. Mega iniezioni di resilienza.
Giocano infatti con buona convinzione e con ritrovata intensità per tutto i primi dieci minuti. Sono assolutamente in partita (arrivando a meno 3) anche all’inizio della seconda frazione, nella quale peraltro andiamo a referto con solo 2 giocatori, Crespi e Marcon. Ma poi, complici anche un paio di palle perse sanguinose, i padroni di casa piazzano il primo vero allungo e i nostri ragazzi si trovano in un amen sotto di 15; e iniziano progressivamente a perdere la fiducia in se stessi con la paura che si diffonde irreversibile, ma lenta e inesorabile come un virus malefico, impadronendosi non solo delle mani (abbassando ulteriormente le percentuali al tiro) ma anche, e soprattutto, delle menti. Cominciano a comunicare meno in campo, il linguaggio del corpo non trasmette più intensità, lo sguardo si abbassa e non incrocia più quello del compagno. E così gli avversari si compattano: cominciano a recuperare palloni, correndo velocissimi in transizione in campo aperto; oppure dopo un semplice blocco e dopo uno, massimo due, passaggi trovano tiri aperti, trovando il fondo della retina con continuità; mentre i nostri ragazzi, sfiduciati, non attaccano più il ferro, perdono un pallone dietro l’altro con la conseguenza che il distacco aumenta progressivamente e ulteriormente in un circolo vizioso che sembra senza fine. Peccato perché perdere di 30 fa male.
Dobbiamo imparare a giocare con la stessa intensità per tutti i 40 minuti, anche quando si va sotto. Dobbiamo apprendere e allenare la capacità di reagire di fronte alle difficoltà. In altre parole, diventare resilienti. E questo deve valere per tutti i 12 ragazzi convocati: chi esce per tirare il fiato deve poter contare sull’energia e sulla voglia di dare il massimo da parte del compagno che lo sostituisce.
Per tornare alla partita, due dati di sintesi. 11 è il massimo numero di punti messo a referto in un quarto (il secondo), 9 il minimo (il primo e il terzo). Nessun giocatore in doppia cifra.
Forza ragazzi!! Sabato giochiamo contro la prima in classifica, quattro partite e quattro vittorie. Tiriamo fuori il meglio!! E’ l’occasione perfetta per allenare la resilienza!!

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